6 segreti sulla maratona

6 segreti sulla maratona che i corridori professionisti sanno e che i dilettanti trascurano

5 errori da evitare per la tua prima maratona

Ogni corridore desidera raggiungere le massime prestazioni, ma arrivano momenti in cui dopo lunghe e faticose sessioni di allenamento la gara non porta ai risultati sperati. Questo genera insoddisfazione e frustrazione, sentimenti che vanno superati al più presto per ritrovare la motivazione e il piacere di allenarsi per raggiungere un traguardo sportivo e personale. Ogni corridore dovrebbe sapere che esistono dei trucchi che i professionisti mettono in pratica e che la spiegazione di quel fallimento può essere proprio non aver avuto accesso a uno di questi segreti.

  1. I professionisti affrontano le salite correndo lentamente
    Di frequente le prime fasi delle ultramaratone sono caratterizzate da salite lunghe e ripide. I professionisti quando corrono in salita utilizzano un metodo conservativo. Per questo si intende che il loro ritmo è ancora molto veloce, ma le prime fasi della salita sono gestite in modo relativamente lento per evitare picchi di produzione di lattato, che possono portare a dolori nel corso della gara. I non professionisti puntano sulla velocità quando incontrano delle salite. I professionisti sanno che questo può comportare un alto costo perciò cercano di riservare le energie per mettere a segno delle mosse tattiche. I non professionisti forzano la prima parte delle salite e questo li porta durante la seconda parte a spezzare il ritmo. La domanda si è: questo ritmo di salita verrà mantenuto fino alla fine della corsa? Se la risposta è no, la soluzione è rallentare per risparmiare energia muscolare.
  2. I professionisti corrono velocemente in discesa
    I professionisti sanno che per mantenere il ritmo bisogna correre velocemente in discesa e assolutamente senza sforzo. La loro cadenza tende a raggiungere 180 passi al minuto gestendo l’energia dell’impatto, così che si trascorra il minor tempo possibile a terra, in modo da far assorbire minore energia dalle gambe. Inoltre caricano il peso lateralmente una gamba alla volta, migliorando la stabilità e sfruttano le aree stabili come i terrapieni e la roccia per facilitare la discesa. La discesa conservatrice al contrario porta a uno stress maggiore della gamba e non ha vantaggi.
  3. I professionisti oscillano con le braccia
    Le braccia rispecchiano le gambe e questo è fondamentale per ottenere prestazioni ottimali e per ridurre i dolori. Di solito i professionisti utilizzano le braccia in maniera eccellente: il loro tronco è alto, le spalle aperte e i gomiti e le mani si muovono avanti e indietro. I non professionisti hanno scarsa oscillazione del braccio aumentando lo stress per il corpo e la possibilità di avere i crampi durante la maratona.
  4. I professionisti corrono con il minimo delle attrezzature
    I professionisti utilizzano il minimo necessario per quanto riguarda gli strumenti esterni. Essi spesso corrono con nient’altro che una bottiglietta e dei gel, senza caricarsi di un eccesso di peso e mantenendo il corpo libero, massimizzando l’efficienza senza che i carichi interferiscano con il passo.
    Spesso i principianti corrono con uno zaino pieno di acqua per soddisfare le agenzie di idratazione, tuttavia questo ha enorme costo in termini di meccanica, inibendo le scapole, impedendo l’espansione toracica e la respirazione massima. Anche occupare le mani con della strumentazione pesante rovina l’impatto, privando le gambe di potenza di efficienza.
    Ingerire quantità eccessive di acqua e integratori è il terzo errore che rovina le prestazioni durante la maratona. I sali e le calorie di troppo comportano un aumento di peso reale che in termini di prestazione hanno un costo. Dunque correre con le forniture minime: gli studi sulla disidratazione in maratona e nelle ultra gare hanno scoperto che i corridori sono più veloci quando perdono più peso.
  5. I professionisti si allenano a bassa intensità la maggior parte del tempo
    I non professionisti spesso seguono la filosofia “correre velocemente per avere come risultato la velocità”. Ma in questo modo non riescono a funzionare a bassa intensità, il che è necessario per sviluppare gli enzimi brucia grassi necessari a portare il funzionamento al livello successivo e spesso quelli che usano questo metodo si infortunano. Correre il chilometraggio base è importante nei sistemi di allenamento basato sulla frequenza cardiaca come il metodo Maffetone.
  6. I professionisti si allenano duramente solo a volte
    I corridori professionisti hanno la capacità di spingersi ad altri livelli e spesso eseguono allenamenti ad alta intensità tre o quattro volte la settimana quando si preparano per una maratona. Questo tipo di allenamento viene portato avanti con estremo pregiudizio e a specifiche condizioni, come ad esempio collina e sentiero e intervalli corti e lunghi. Questi allenamenti sono strettamente controllati e misurati di settimana in settimana.
    In non professionisti spesso entrano nella zona grigia in un’area aerobica molto intensa, troppo veloce per bruciare i grassi e troppo lenta per ottenere i benefici del fitness.
    La soluzione è seguire un programma strutturato specifico e sostenerlo nel lungo periodo. Correremo duramente ma dovremmo aver cura di finire sempre con un po’ di energia nel serbatoio.
    Ottenere il massimo è lungo e complicato ma tutti con la padronanza dei migliori strumenti possono ottenere i risultati desiderati. Al prossimo traguardo!

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