Le vostre corse N°2

Una corsa non è mai solo una corsa

maratona deserto saharaQuanti di voi sanno cosa c’è dietro alla famosa Sahara Marathon? Forse non tutti sono a conoscenza che non è solo una celebre gara internazionale che si corre sul deserto ma molto di più. La manifestazione sportiva corre in parallelo all’azione benefica nei confronti del popolo Saharawi che da quarantadue anni si rifugia in varie tendopoli nei pressi di Tindouf dopo essere stata sradicata dalla propria terra. Ora non sono qui per darvi una lezione di storia contemporanea, c’è talmente tanto da sapere in merito che sarebbe comunque riduttivo però vi invito a informarvi sulla questione, potreste prendere a cuore la causa proprio come ha fatto il mio amico Luca Maini che ha avuto il piacere di raccontarmi la sua esperienza per condividerla con tutti voi.

La mia Sahara Marathon

Ho partecipato a tante corse in giro per il mondo ed ero alla ricerca di una nuova sfida quando mi parlarono della Sahara Marathon e le parole che catturarono la mia attenzione furono maratona, deserto e azione benefica. Mi informai sulla storia del popolo Saharawi scoprendo che vivevano in un territorio ricco di proprietà preziose e dalle coste ricche di pesce e, se in tante parti del mondo questo è sinonimo di fortuna, purtroppo non si può dire lo stesso per questo popolo che a causa dell’invasione marocchina è stato costretto all’esilio nel deserto algerino.

La causa mi conquistò al punto che organizzai un evento tramite il gruppo chiamato Run With Friends che creai tanto tempo fa su Facebook con il quale organizzo corse di gruppo, allenamenti, eventi e promozione varie gare. Lo scopo era raccogliere vestiti, scarpe e quant’altro da donare una volta arrivati a questa popolazione tanto sfortunata quanto virtuosa. Devo ammettere che la serata fu un piacevole successo, aderirono in tanti e le donazioni furono importanti. In cuor mio speravo potessimo fare del bene ed è sempre bello vedere che nel cuore delle persone c’è tanto di buono.

Quando arrivammo ognuno di noi fu assegnato ad una famiglia che ci ospitò concedendoci una stanza in cui dormire nel nostro sacco a pelo e dove loro ci avrebbero preparato da mangiare. Niente alberghi, niente confort ne lussuosi bagni. Vivemmo proprio come loro adeguandoci al loro stile di vita. Ci tengo a precisare che la loro ospitalità e generosità colpisce al cuore, si capisce quanto i valori di un popolo antico siano ancora vivi dentro di loro.

La gara iniziò e la prima metà quasi volò via come un leggero granello di sabbia di questo sconfinato deserto. Il percorso si sviluppava su superfici varie. Sterrato battuto per la maggiore e qualche tratto di sabbia abbastanza compatta che non affaticava le gambe ma si faceva comunque sentire. Durante la gara ero quasi ipnotizzato dal fascino del deserto, è un luogo che ti travolge emotivamente, ha qualcosa di mistico che ti entra dentro e ti cambia umanamente. E’ impossibile vedere la sua fine e il paesaggio che cambia di continuo per via dei venti disorienta un po’. Per fortuna il percorso di gara era tracciato con dei paletti guida che mi facevano sentire al sicuro.

La seconda parte di gara spesso è la più difficile

sahara marathon

Mentre correvo mi accorsi di essere solo e questo mi permise di concentrarmi sul deserto e su me stesso. Pur essendo in mezzo al nulla più assoluto in un luogo dal fascino naturalistico senza eguali, fui turbato dal notare diversi cumuli di plastica che rovinavano quel luogo dalla bellezza irresistibile.

Iniziai a sentire la fatica e sua maestà Sahara iniziò a farci sentire la sua imponente presenza. Il terreno iniziò a diventare più pesante e, duna dopo duna, per una decina di minuti ricevetti la visita di una tempesta di sabbia. Proprio come si vede nei film la visibilità in questi casi è radente allo zero, per fortuna avevo una bandana multi funzione per proteggermi le vie aeree e i miei occhiali erano abbastanza avvolgenti da proteggermi gli occhi. Ci furono degli istanti in cui pensai che mi sarei perso da li a breve ma fortunatamente pochi secondi dopo quell’ansioso pensiero spuntava il paletto di delimitazione del percorso di gara a tranquillizzarmi. La stanchezza aumentava ed essermi trovato in quella piccola tempesta di sabbia qualche energia me l’ha portata via. La tregua, però, durò poco. Perché nemmeno il tempo di riprendere fiato che iniziò a piovere. Una pioggia grossa, di quelle che goccia dopo goccia ti ammaccano. Ma anche questo ha il suo fascino per cui emotivamente la presi positivamente. Mi sentivo stanco ma emozionato, motivato e felice.
L’ultimo pezzo di tracciato sembrava essere più popolato in quanto il traguardo era nei pressi della tendopoli più grande della zona. Non ero abituato a correre una maratona senza il pubblico, questo mi ha fatto pensare tanto. Mi sono concentrato su me stesso analizzando pezzi del mio vissuto e tirando le somme su molte situazioni irrisolte della mia vita. Posso definire questa gara come terapeutica per l’anima, perché non hai nessuna distrazione esterna, ci sei solo tu per chilometri e chilometri.

Il traguardo

Terminai la gara con un ottimo risultato. Primo italiano e dodicesimo assoluto. La mia felicità per il buon risultato era amplificata dal buono che stavamo facendo per questo popolo. Sono situazioni che lasciano il segno, ti arricchiscono più di una medaglia d’oro alle olimpiadi. Arrivai per donare a chi aveva poco e niente e partecipare ad una gara affascinante ma il flusso si invertì in modo magico. Ho avuto in cambio più di quanto potessi mai donare. Sono felice di aver partecipato a questa avventura perché a completare la magia di questa gara è arrivato il miracolo sportivo. La gara è lunga quarantadue chilometri e da quarantadue anni il popolo Saharawi è esiliato lontano dalla propria terra. I vincitori sono stati due atleti di nazionalità RASD (Repubblica Araba Saharawi Democratica). Forse il dio dello sport puro e vero donerà un po’ di fortuna a chi ne è stato privato da diversi anni.

 

Se volete avere maggiori informazioni sulla gara, sull’azione benefica, potete trovare tutto sul sito www.saharamarathon.org

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